domenica 22 aprile 2018

Elephant Gun dei Beirut

Link diretto al video: Elephant Gun - Beirut
Zachary Francis Condon, nato a Santa Fe nel 1986, inizia la sua ricerca musicale molto presto, in seguito ad una vacanza in Europa, che lo avvicina ad un folk balcanico e apre la sue prospettive ad un viaggio mentale continuo tra passato e futuro. 

Nascono così i Beirut, partendo da un suo progetto solista, in cui Condon riesce finalmente ad elaborare quella "congiunzione" che si riconosce ancora oggi in questa band. 

"Estremamente creativi ma con radici ben salde in quei suoni totem che li caratterizzano." 

Il primo video ufficiale dei Beirut é proprio Elephant Gun, diretto da Alma Har'el. Brano contenuto nell'EP "Lon Gisland" della Ba Da Bing Records del 2007.

E' il loro singolo per eccellenza in cui la malinconia riesce a travestirsi d'impaziente felicità, ondeggiando in un valzer dal profumo zingaresco. Tra fiati, ritmiche scatenate ed una dimensione bandistica corale, quattro accordi di ukulele riescono a ripetersi, ripetersi e ripetersi ancora, in una nostalgia così potente da farci sorridere con le lacrime agli occhi. 

Surreale, triste ma allo stesso tempo grottesca; dai colori gitani e dagli accenti vivaci, in cui non resta che lasciarsi trasportare da quella voce che sembra pregarci di non smettere di ballare. 

Come alla fine di una meravigliosa festa, in quell'immaginario collettivo dove affiorano i ricordi che il video di Har'el descrive perfettamente.


"Elephant Gun dei Beirut"
Scritto da Federica Marta Puglisi




Il Wasabi Dress di "Elephant Gun":



Granada é un viaggio sensoriale, un itineraro tra profumo di gelsomino e di the alla menta, di luce abbagliante e di tiepide penombre, di silenzio contemplativo e di voci concitate.
Granada é un poliedro le cui facce si specchiano, si contrappongono, si fondono in una città bellissima che sa di un oriente che viene dal passato.
La cittadella dell'Alhambra da sola vale il viaggio con i suoi giardini da cui si domina tutta la città, con le sue architetture moresche, la pietra lavorata come pizzo, il profumo dei fiori d'arancio.
Il quartiere del Sacromonte, da cui si ha la miglior vista sull'Alhambra, é la sede della comunità gitana che vive all'interno delle cuevas, appartamenti ricavati all'interno delle grotte che si inoltrano alla base della collina.
Lasciando l'eco del flamenco e seguendo il Rio Darro in direzione della Cattedrale si incontrano i Bagni Arabi, un luogo magico, suggestivo e poco frequentato.
L'Albaycin, il vecchio quartiere arabo con le stradine strette, le case bianche, le piazze piene di fiori é il posto migliore per un aperitivo con vista sull'Alhambra.
Seguendo la traccia delle suggestioni orientali ci si può inoltrare nelle vie attorno alla Calle Calderia Nueva dove moltissime sale da the offrono dolcetti arabi, the alla menta e limonana.
Granada accoglie alcuni tra i migliori hamam al di fuori del medioriente, uno tra tutti www.Aljibesanmiguel.es per un'autentica esperienza moresca.
Per un approccio più contemporaneo alla città si possono seguire le tracce colorate, surreali, intense di Raul Ruiz conosciuto anche come El niño de la Pintura. Animali fiabeschi, bambini, volti di donna colorano muri e serrande del quartiere di Realejo.

* Voli Easyjet a/r  da Milano per Malaga  da 70 € - Noleggio auto da 25 €/giorno su Rentalcars - Appartamento in una cueva su Airbnb da 70 €



Ricetta - Dates Mamoul

Ingredienti:
1 bicchiere di farina bianca 00
1 bicchiere di semola a grana media *
1 bicchiere di burro fuso
1/4 di bicchiere di acqua di fiori d'arancio
1 cucchiaino di noce moscata
1 cucchiaino di mehlab *
100 g di pasta di datteri *
zucchero a velo
1 cucchiaino di cannella

* nei supermercati etnici



Impastare la farina 00, la semola, il burro fuso, le spezie e l'acqua di fiori d'arancio. Il composto dovrà risultare molto morbido, ma si dovrà staccare perfettamente dai bordi della ciotola. Trasferire l'impasto in frigo per almeno 8 ore. Una volta tolto il composto dal frigo impastare energicamente la pasta di datteri con un cucchiaino scarso di cannella e un pezzetto di burro fino ad ottenere una pasta duttile. Formare delle palline delle dimensioni di una noce con il composto di semola, creare un incavo al centro, inserire una pallina di pasta di datteri e richiudere formando nuovamente una pallina. Schiacciare leggermente la pallina di pasta ora ripiena, infornare per circa 20/25 minuti a 180 gradi. Una volta raffreddati spolverizzare i mamoul con dello zucchero a velo e servire con del the alla menta.


"Granada e Dates Mamoul"
Scritto da Laura Ferloni




"La musica non è fatta solo di note corrette, 

ma di passione, dedizione, intenzione travolgente."

Giovanni Allevi, La musica in testa, 2008

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