venerdì 2 agosto 2019

SPECIAL - "E se la cover piace più del pezzo originale?"

Davanti allo schermo, con gli occhi persi nel background e l'attenzione fissa sul sottile strato di polvere della mensola di fronte, l'episodio 2, Visioni, della serie televisiva True Detective, scorre inesorabile.

A pochi istanti dal torpore irreversibile, inaspettatamente, quel motivo in sottofondo che ti dice qualcosa senza svelarsi completamente, diviene un ricordo reale. 

Il video si ferma e la memoria prende il sopravvento.

Moddi, "Togsang". "Ma diamine, non è Moddi, la voce non è la sua."

Parte la ricerca su Google ed ecco comparire la locandina della serie tv Patriot. A caratteri cubitali il nome di Vashti Bunyan con la sua "Train Song", la canzone che avevo riconosciuto senza sapere esistesse.

Il momento preciso in cui scopri che un pezzo che amavi è una cover; in cui scopri che la versione autentica è un diamante raro. Cala un velo di delusione sul nuovo esecutore e le carte tornano a mescolarsi.

E se la cover piace più del pezzo originale? 

Una perversa sensazione di tradimento, di falso storico, si insinua nella mente. Ma ormai il sasso é stato lanciato e sta rotolando. Quella canzone non sarà mai più la stessa. 

In un rimando di riflessi sonori, cover e originale, un duello che non avrà vincitori. Alla fine, è la magia della memoria musicale la sola ed unica emozione. 
Vi sfidiamo a dire il contrario.

Per preparare il vostro apparato sensoriale ad eventi simili, abbiamo pensato di lasciarvi con delle chicche:

Act nice and Gentle dei The Black Keys? La versione Originale è dei THE KINKS.

Easy dei Faith no more? La versione Originale è dei THE COMMODORES.

Love Buzz - Nirvana? La versione Originale è dei SHOCKING BLUE. 

Hurt di Johnny Cash? Versione originale NINE INCH NAILS.

Heroes, TV on the radio? Versione originale DAVID BOWIE.


Heartbeats di Jose Gonzales? Versione originale THE KNIFE.

One more cup of coffee dei White Stripes? Per l'esattezza di BOB DYLAN.

Party of special things to do dei White Stripes? E anche questa una cover. Versione originale CAPTAIN BEEFHEART. 

Roll Your Stone Away di Laura Marling? Bisognerebbe ringraziare i MUMFORD & SONS.

Warning Sign dei Local Natives? Incredibilmente dei TALKING HEADS.

Graceland di The Tallest Man on Earth? Versione originale, PAUL SIMON.

What goes on, Pavement?
I found a reason di Cat Power? VELVET UNDERGROUND.

On the beach dei Radiohead? Una garanzia di NEIL YOUNG.

Avalanche di Nicolas Jaar and Sasha Spielberg? Eh già. Grazie LEONARD COHEN.




Bene, ora come la mettiamo?


Scritto da Federica Marta Puglisi 

venerdì 28 giugno 2019

Fondere Rap, Soul, Jazz, Fusion, Trip Hop, Rock ed Elettronica? Si può fare! - Intervista a Satoshy & La Banda Ballon



Qui in redazione wasabidress continuano le ricerche. Il nostro inviato speciale ha scovato un'altra band molto interessante: Satoshy & La Banda Ballon. 
Questa potentissima band calabrese, che si presenta al pubblico con l’album d’esordio L’Ignoto, ha un solo scopo: fondere Rap, Soul, Jazz, Fusion, Trip Hop, Rock ed Elettronica. Era necessario parlare con loro!

Ecco l'intervista di Roberto Panighi, a cura di Federica Marta Puglisi. Buona lettura!

Satoshy (Antonio Russo) con La Banda Balloon (Simone Nollino e Pasquale Oliva).



















Complimenti per lo stile, qui abbiamo fatto tutti un viaggio nei primi anni 90, nell'hip hop duro e puro. Come sono nati i Satoshy & La Banda Ballon?

Ci avvicinammo anni fa grazie al mixtape di Satoshy “Back to 90’s” e continuammo a collaborare nonostante la distanza anche nel progetto “Mosaics” rilasciato a Londra nel 2018. Nell’ultimo periodo la nostra visione a riguardo era diventata cosi omogenea da far nascere in noi la necessità di collaborare a qualcosa come gruppo, e da lì sono nati i Satoshy & La Banda Balloon.

Si risentono gli scratch, ormai andati quasi persi purtroppo, si sente un flow minimale ma efficace, si sente una gran batteria, un gran basso e, in generale, una grandissima presenza strumentale suonata ad un alto livello: da dove venite musicalmente parlando?


Abbiamo fatto tre percorsi diversi che si sono avvicinati col tempo. Satoshy è cresciuto da autodidatta, ha iniziato come rapper, poi per esigenza è entrato a far parte del mondo della registrazione e delle produzione musicale a tutti gli effetti. La Banda Balloon viene da varie influenze musicali, tra cui il Rock e la Fusion, col tempo e la curiosità si sono avvicinati al mondo del Rap e di conseguenza allo stile di Satoshy.

"L'ignoto" è il nome del disco, è una parola pesante, indefinita. I testi dell'album sono molto introspettivi, l'ignoto è dentro di noi o fuori?

Come hai detto, l'ignoto è indefinito. Può essere astratto o la cosa più concreta sotto i nostri occhi, si può nascondere dietro una qualsiasi ombra, oppure può essere creato da noi stessi, al nostro interno, ma per rispondere alla tua domanda: quello che generiamo fuori molto spesso è solo il riflesso del nostro fondale.



















Ascoltando i dettagli, specie nel suonato, c'è una ricerca in sonorità che spaziano dai Tower of power ai Rage against the machines e nonostante il vostro sound sia più tranquillo, la "botta" che arriva ha lo stesso peso: da dove arrivano le vostre influenze musicali?

Proviamo sempre a guardare al di la del muro, sbirciare nelle cose più assurde. La Black Music ci accomuna, amiamo il Rap, il Soul, il Jazz, la Fusion, Trip Hop, Rock ed Elettronica. Prendiamo tutto come viene, non ci siamo prefissati nulla tranne questo. Non sentiamo l'esigenza d'identificarci in un genere, vogliamo semplicemente esprimere noi stessi attraverso la musica, nella maniera più pura possibile.















Quanto ti alleni nel tempo libero per poter spingere tutta quella raffica di parole quando siete dal vivo? Battute a parte complimenti, il miglior Busta Rhymes si sentirà fischiare le orecchie!

Grazie, non mi alleno con metodo da un po', ma sfrutto le prove con la band per tenermi in forma.

Cosa fanno i Satoshy & La Banda Ballon in un normale martedì?
Fumano, suonano e si disperano.

Quante prove fate alla settimana?

Dovremmo farne tre.

Quali i prossimi impegni live?


Dedicheremo il nostro tempo a delle live session in studio che pubblicheremo on line, ma non mancheranno anche delle esibizioni sui palchi che annunceremo sui nostri canali social a breve.

....ora passiamo al wasabidress

Cani Sciolti dei Sangue Misto, un brano che ci ha trasmesso oltre alla musica, tanti valori che rispettiamo tutt'oggi. L'intero disco è il monumento del Rap Italiano sotto il nostro punto di vista.

Come film, Memento. La psicologia di quel film ci affascina, in realtà ci piace qualsiasi cosa che descrive le sfumature più ignote della mente umana.

Il Concerto di Caravaggio. Un dipinto olio su tela realizzato nel 1597. Associamo spesso la nostra musica ad un "dipinto", dare colore all'armonia e alle sensazione è di fondamentale importanza per noi.



Satoshy & La Banda Ballon social
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Grazie come sempre alla Blob Agency per il lavoro che svolge per questi nuovi artisti.

lunedì 3 giugno 2019

Intervista a Ren Zen

Tra rock, pop ed elettronica, in un viaggio verso la consapevolezza.
Signore e signori... REN ZEN


Per prima cosa complimenti per il disco: suona bello grosso, bello pieno.
Dove è stato registrato e mixato?

E' stato prodotto da me e 'Canzoni Inedite' nello studio di Vitinia, a Roma. L'ho arrangiato con Marco Di Martino, mentre il mixaggio e la parte grafica sono stati curati assieme a Marco Canigiula. La distribuzione su tutti gli store mondiali è a cura di TSC Records.

Quanto tempo ha richiesto la produzione di tutto?
Un lungo parto direi: quasi tre anni di lavoro considerando il fatto che ho dovuto cambiare in corsa la produzione. Io poi sono un maledetto perfezionista e non sempre trovo professionisti in grado di cogliere al volo le mie idee ed esigenze artistiche... In questi anni, la virtù che ho dovuto coltivare di più fra Musica e Letteratura è senza dubbio la Pazienza.


Solitamente si propone una chiave di lettura quando si scrive una canzone; cosa ti ha fatto scegliere, con i tuoi testi, di proporre un significato, spingendo chi ti ascolta a ricercarlo non nel testo stesso, ma dentro se stessi?
Quando scrivo, mi rivolgo principalmente a me stesso e poi agli altri per testimoniare un'esperienza di vita e per trasmettere le conoscenze apprese in tanti anni di studio e lavoro sull'evoluzione umana: dalla comunicazione efficace all'Intelligenza emotiva, dall'orientamento alla gestione valoriale di un sistema. Tutti argomenti attinenti la Risorsa Umana, di cui oggi si sente davvero tanto bisogno. Dunque, i contenuti nascono dalle mie professioni di formatore e coach, oltre che da anni di meditazione e ricerca personale, di cui l'apice è senz'altro lo Zen. In questo senso, credo che 'Se ascoltassi' sia un'opera utile che, già nel titolo, porta un grande auspicio per la crescita spirituale dell'Umanità. Le mie opere sono sempre da intendere in chiave interattiva.

Sei l'evoluzione nel 2019 di quello che faceva Battiato negli anni 80: sei conscio di questa enorme responsabilità di cui ti sei caricato le spalle?

venerdì 26 aprile 2019

La stravagante quotidianità di una famiglia giramondo

Siamo approdati in un mondo inaspettato, questo è certamente da dire. Influencer, seo specialist, blogger, web analyst, digital personal shopper, Non mi stupirei se in un attimo trovassi inserzioni per guide turistiche nello spazio.

Questo è il mondo, l'evoluzione. Il futuro che volente o nolente ci avvolge e ci cambia.

Abbiamo deciso quindi di incontrare una giovanissima travel blogger per scoprire il "dietro le quinte" di una di queste professioni della nuova era. 


Intervista a Federica Croci, CEO founder #bricioleinvaligia



Chi è Federica Croci?

Federica Croci è un’inguaribile viaggiatrice. Una mamma di “quasi” due nani. Una “quasi” moglie [Ho detto moglie. Aiuto!] di un uomo stravagante e tatuato. Una Graphic Designer per lavoro e per passione. Una ragazza di 28 anni. Si, ho detto ragazza! Sappiate che ogni volta che vengo chiamata “signora” vado a farmi un tatuaggio per superare il disagio.

Com'è nato "Briciole in valigia"


Briciole in valigia nasce circa un anno fa, quasi per caso, durante un viaggio on the road direzione Monaco di Baviera. Eravamo con una coppia di nostri cari amici. Ninni “cantava” nel seggiolino e io raccontavo sognante dei nostri viaggi, passati e futuri. In qual momento la scintilla. In quel momento inizia la nostra avventura. 
Briciole in valigia vuole essere un racconto visivo; una condivisione di momenti, viaggi, esperienze. Vuole raccontare le avventure di una stravagante famiglia che passeggia per il mondo. 

Designer, blogger e mamma. Come convivono queste tre realtà? 

venerdì 29 marzo 2019

SPECIAL - L'arte di giocare di Toshiko Horiuchi


"A creative playground is only half a creative space; it's also a creative attitude."
Jay Beckwith


Toshiko Horiuchi nasce come artista tessile nella scena culturale Giapponese degli anni '60. In quel primo periodo le sue opere sono indubbiamente innovative, suggestive e d'impatto, ma la svolta nel suo lavoro arriva inaspettatamente quando dei bambini chiedono di poter usare una sua realizzazione esposta in una galleria. 

Toshiko cambia radicalmente prospettiva. La sua arte non é più solo concettuale e fine a sé stessa ma diventa fruibile, interattiva e giocabile; la palette dei colori utilizzati passa dai toni neutri, evanescenti, ad un'esplosione di colori che ricorda Gaudì e le moschee del Medio Oriente. 

Non espone più nelle gallerie, ma crea dei veri e propri mondi in cui i bambini possono muoversi liberamente, esplorare e azzardare scalate sorprendenti. 
I suoi playscapes, termine coniato proprio per definire il concetto di paesaggio in cui giocare, si presentano come gigantesche ragnatele multicolori da cui spesso pendono dei fili che terminano in una goccia da cavalcare, sui cui poter dondolare o arrampicarsi. 

L'arte diventa il metodo di realizzazione e non più lo scopo del lavoro. Il filo di nylon, rigorosamente lavorato ad uncinetto da Toshiko, é la materia con cui la creazione prende forme fantastiche dando vita ad ambienti tessili interattivi.

Quando l'arte esce dalle gallerie non puo' che moltiplicare la sua forza espressiva e i bambini, così sensibili al bello, riescono ad appropriarsene naturalmente.


 Scritto da Laura Ferloni