martedì 30 gennaio 2018

Un nome di 85 lettere? Possibile! Perchè non lo sapevi?

Partiamo oggi con la nuova rubrica di Wasabi Dress. 
"Perchè non lo sapevi?" Buona lettura.

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In Finlandia una regione paludosa del nord della Lapponia si chiama così: Äteritsiputeritsipuolilautatsijänkä.

Vi starete chiedendo se un nome di 35 lettere abbia un significato. Sembra non ne abbia anche se la sua origine è stata confermata. Forse la cosa più interessante a questo punto è un piccolo aneddoto. Il proprietario di un bar cercava di dare al proprio locale un nome e nonostante avesse passato notti in bianco trovando ben due nomi nessuno di questi erano liberi perché già utilizzati da altre attività commerciali. Quindi la logica, a voi la scelta tra Spock e Sherlock, farebbe arrivare a una sola conclusione: utilizzare l’originale nome della propria regione. Decise quindi di chiamarlo Äteritsiputeritsipuolilautatsi-baari. Sfortunatamente il destino decise altro per questo bar che venne chiuso più di dieci anni fa.

martedì 23 gennaio 2018

Stasera non esco, vado in Georgia

Per proseguire il nostro giro del mondo nelle pellicole "di nicchia"; stasera faremo una virata sullo scaffale delle Serie TV, andremo dritti in:

Georgia, USA
→ Rectify
Idea di Ray McKinnon del 2013.


✭✭✭✭

La struggente riconquista di una nuova vita. Poetica, delicata e dedita al dettaglio. Colonna sonora formidabile.

giovedì 18 gennaio 2018

I PIXEL | Intervista di Wasabi Dress

Foto di Andrea Guardavilla
I Pixel, la Spezia, terra ligure e quasi di toscana.Terra di navigatori, santi e cantautori: come vi collocate in prospettiva di un percorso, il vostro artistico, di cui siete diretti responsabili?
Non avevamo mai dato tutta questa importanza alla zona in cui viviamo! Probabilmente perché le nostre influenze musicali derivano da luoghi ben lontani da qui, ed anche perché la nostra sala prove si trova in piena zona industriale: un paesaggio ben diverso da quello che ci si immagina quando si parla di una città sul mare, ma che comunque ci stimola molto a livello creativo. In merito al nostro percorso artistico, ci sentiamo sicuramente agli inizi, ma i 2 EP già pubblicati ed il primo album, quello che uscirà a breve, rappresentano per noi delle buone basi su cui continuare ad aggiungere altra musica.

Siete più orientati ad una ricerca di suoni istintiva o cognitiva?
La nostra musica cerca di raggiungere una sorta di compromesso tra questi due fattori: sicuramente quello che suoniamo viene dall’istinto e dagli ascolti di ognuno di noi, ma a livello di struttura, le canzoni sono sempre ragionate.

Stessa cosa per I testi: come avviene la genesi? Come Vasco le vostre canzoni "vengono fuori già con le parole"?
I testi delle nostre canzoni vengono sempre scritti da Andrea (la voce del gruppo), che di solito li scrive successivamente alla composizione della musica. Molte frasi nascono lì per lì e sono ispirate dall’atmosfera della canzone, mentre altre sono prese da una sorta di diario che tiene sul suo telefono, dove segna varie frasi in ordine sparso per poi inserirle all’interno delle canzoni a momento debito.
Per quanto riguarda l’esempio di Vasco, a volte capita che alcuni testi vengano scritti più velocemente di altri o che certe parole saltino fuori dal nulla per incastrarsi perfettamente nella metrica della canzone, ma l’espressione "vengono fuori già con le parole"; forse è un po’ esagerata…gli sarà venuta dopo una sigaretta magica!

Foto di Andrea Guardavilla
Nel percorso futuro come Pixel, vi vedete più come gli AC/DC fedeli alla loro linea distintiva oppure potremo aspettarci svolte inattese?
Nel prossimo futuro abbiamo in progetto di svoltare e buttarci sulla musica neomelodica napoletana, un filone che ci ha da sempre appassionati ma che qui a Spezia non è molto diffuso, per questa ragione si fatica a trovare persone che condividono la nostra stessa passione… (Scherzi a parte), siamo dell’idea che un gruppo debba trovare lo stile musicale che gli riesce più naturale e comporre canzoni seguendo quella linea. Nei prossimi lavori potranno esserci cambiamenti a livello di atmosfere, ma siamo propensi a rimanere fedeli al nostro stile. Mai dire mai, comunque.

State già lavorando a pezzi nuovi? Come saranno?
Accantonato il progetto di musica neomelodica napoletana (che non escludiamo di riprendere in futuro) e terminate le registrazioni del disco, sì, abbiamo già composto un paio di canzoni nuove, che però devono ancora essere terminate del tutto. Saranno toste! Una di queste usa un’accordatura molto strana…

Potete regalarci un accenno in anteprima assoluta?
Siamo ansiosi di pubblicare il nuovo disco e non vediamo l’ora di poter condividerlo con tutti. Le registrazioni sono terminate da un paio di mesi e ormai non manca molto all’uscita: a questo punto, ci sembra giusto aspettarlo insieme!

Raccontateci I Pixel fuori dai Pixel: un martedì tipo.
Tre di noi sono studenti, quindi in un martedì tipo si troveranno sicuramente a lezione: Andrea studia lingue a Firenze, mentre Nicola fa ingegneria a Spezia. Marco, il nostro nuovo batterista, frequenta il Liceo Classico sempre qui da noi: è un giovincello! Mentre Alex… nessuno sa davvero cosa faccia Alex. Quello che facciamo una volta usciti da lezione, però, rimane tra noi… le solite cose da rocker veri.

Descrivetevi in una parola:
Domanda tosta. (Belli e) Impossibili.


Il loro personale Wasabi Dress:

Più che una singola canzone, bisogna citare un album: il primo degli Arctic Monkeys. Questo perché è stato il disco che, più di ogni altro, 4/5 anni fa ha spinto Andrea ed Alex a fondare I Pixel. Le influenze musicali poi sono variate molto durante il corso degli anni, ma quel disco rimane comunque imprescindibile.

Passando ad un film, diciamo Pulp Fiction. Non perché ha avuto qualche influenza diretta sulla band, è semplicemente il film preferito da 2/4 del gruppo. 

Un’altra cosa che vorremmo citare in questo Wasabidress è il viaggio che abbiamo fatto insieme la settimana scorsa per andare a suonare al The Family di Varese: il primo concerto insieme con la nostra attuale formazione (che ha recentemente cambiato batterista), una data di rodaggio e allo stesso tempo di preparazione in vista del tour per il nuovo disco, a breve in uscita. Il viaggio Varese-La Spezia alle 4 di notte in mezzo alla nebbia ci ha fortificati.

I Pixel sono:
Andrea Briselli – voce e chitarra
Alex Ferri – chitarra e tastiera
Nicola Giannarelli – basso
Marco Curti – batteria

Link:
SPOTIFY: https://open.spotify.com/artist/2220b0Go6R2kvkRJi2ebnu


Intervista a cura di Roberto Panighi
Un ringraziamento speciale a tutta la band

martedì 16 gennaio 2018

SPECIAL | Wonder | Il parere di Wasabi Dress

Nelle sale più frequentate è in questi giorni il film Wonder, toccante pellicola di Stephen Chbosky, con protagonisti Jacob Tremblay, Julia Roberts e Owen Wilson.


L'intenzione che mi ha spinto ad andare a vederlo nasce dall'ascolto del trailer radiofonico che mi ha colto, colpito e affondato, in un soleggiato e gelido pomeriggio invernale mentre camminavo assorto nei pensieri del quotidiano, cercando di affrettarmi verso la fermata del tram in piazza Castello.

"Non andrò mai a vederlo, mai" ho pensato, mentre cercavo disperatamente che i pensieri legati all'imminente consegna di un lavoro si occupassero di sciogliere nel modo più rapido possibile, il pesante ed aggrovigliato nodo alla gola che quei più o meno 30 secondi di parlato appena radioascoltati, avevano, senza permesso, depositato nel mio me.


Ma, maledizione, nessun successo nello sgrovigliare perchè troppo a fondo e ben assestato è arrivato il colponodo, preparato con precisione da chi si è occupato della comunicazione di questo film.

giovedì 11 gennaio 2018

Il Wasabi Dress di Cristallo

Tendenzialmente un'intervista ad una band dovrebbe iniziare contestualizzando il nome, il suo progetto, la sua storia. Oggi Wasabi Dress ha voluto cambiare registro. 

Cristallo é il loro nome e, ascoltando e riascoltando i loro pezzi, non poteva che essere questo. Dunque faremo un giro largo e scaveremo in questa aggregazione di atomi per conoscere alcune delle loro più private molecole.

Buona lettura!

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Iniziamo da Francesca:

Chi é Francesca?
Una persona che vorrebbe non dormire mai per riuscire a fare il doppio delle cose che fa. Però purtroppo Francesca ha sempre sonno quindi il suo destino è in qualche modo segnato.

Se fossi un colore.......
Sarei color ottanio.

Quale brano metteresti come colonna sonora della tua vita?
Posso appellarmi al quinto emendamento con facoltà di non rispondere? Se non posso rispondo "Bang Bang (My baby shot me down)" di Nancy Sinatra.

Quale città ti rappresenta?
Questa intervista è molto complessa, soprattutto perchè scripta manent, capite? Così su due piedi, considerando di avere visto una esigua parte delle città dell'intero pianeta, mi verrebbe da dire Catania. E' la città di origine di mia madre e di gran parte della mia famiglia, che poi è tutta siciliana. Però voi fate delle domande crudeli.

Se potessi tornare indietro nel tempo cosa cambieresti?
Lotterei con la tentazione di cambiare un sacco di cose solo ed esclusivamente per non sentirmi poi responsabile di avere modificato il corso degli eventi. Ma nella lotta potrei anche perdere, cambiare tutto, forse nascere maschio (Dio mio, no!) o non nascere affatto.

Dove ritrovi la tua più grande felicità?
Andando in giro coi miei cani, suonando, tatuando, leggendo un buon libro, vedendo un bel concerto, sentendo di avere fatto del mio meglio, stando con le persone a cui tengo, stando da sola.

Chi é Angelo per te?
Un compagno, un amico, una persona che mi conosce davvero, un grande sostegno e a volte una bella litigata.

C'é qualcosa che vorresti dire ad Angelo?
Oggi pomeriggio dobbiamo arrangiare quel brano nuovo e ti voglio sul pezzo.


Passiamo ad Angelo:

Chi é Angelo?
Angelo è un quasi quarantenne cresciuto nella provincia Ravennate in una famiglia con tre donne, ex geometra e ora fotografo di moda.

Se fossi un colore.......
Potrei dire che sarei un rosa con una punta di nero.

Quale brano metteresti come colonna sonora della tua vita?
Tim Buckley - Phantasmagoria in two e Ho visto Nina volare di De Andrè.

Quale città ti rappresenta?
Mi sono trasferito a Bologna 10 anni fa e da allora me ne sono innamorato.

Se potessi tornare indietro nel tempo cosa cambieresti? 
Fino a poco tempo fa avrei risposto "tutto", ora dico che avrei potuto cambiare delle parole dette, ma non cambierei nulla perché non sarei come e dove sono ora.

Dove ritrovi la tua più grande felicità? 
Crescendo ho cambiato il modo di vedere la vita, e ora la felicità è il fatto di esserci e di essere consapevole che sono una persona fortunata.

Chi é Francesca per te?
Se avessi 18 anni risponderei che è tutto, ma dato che per fortuna non sono più un adolescente, Francesca è tutto quello che non sono io ma che voglio avere vicino nella quotidianità.

C'é qualcosa che vorresti dire ad Francesca? 
Un grazie sincero e viscerale, carico di stima, amore e rispetto.

E ora aggregando nuovamente le vostre molecole, cosa scrivereste nel manifesto di "Cristallo":
"Cammina a testa alta ma guarda dove metti i piedi perché a terra si trova di tutto. Anche cose belle e inaspettate a volte."

Per ascoltare i loro brani: SOUNDCLOUD CRISTALLO
Instagram @cristallo_band
Facebook Cristallo

Intervista a cura di Federica Marta Puglisi
@wasabidress
Un ringraziamento speciale a Francesca ed Angelo.

martedì 9 gennaio 2018

Stasera non esco, vado in Brasile

Per proseguire il nostro giro del mondo nelle pellicole "di nicchia"; stasera faremo una virata sullo scaffale delle Serie TV, andremo dritti in:

Brasile
→ 3%
Idea di Pedro Aquilera del 2016.


✭✭✭✭
Futuristico, surreale, irriverente e spietato. 8 puntate da guardare senza sosta.

giovedì 4 gennaio 2018

L'Introverso | Intervista di Wasabi Dress

Foto di Sara Bodini

Quello che vi proporremo oggi é un Wasabidress fresco fresco. Sono tre giovani milanesi con in progetto il loro terzo disco per la fine del 2018. Noi li abbiamo intervistati per voi.


"L'Introverso". Chi sono i componenti di questa band milanese? 

Marco alla chitarra, Futre al basso e io, Nico, alla voce e alla chitarra.

Come e quando è nata questa band?

Siamo nati nel 2012, dalle ceneri di uno altro gruppo. Ma parto da prima. Futre e io eravamo compagni di classe alle scuole superiori e, fin da subito, abbiamo condiviso la passione per la musica e per le lettere di sospensione. Al primo anno di università formammo una band con degli amici e Marco entrò un paio di mesi dopo. Qualche demo, un EP e, dopo alcuni cambiamenti di formazione, nel 2012 io, Marco, Futre e il batterista dell’epoca abbiamo fatto nascere L’Introverso. Da lì il percorso è diventato più serio. Nel 2013 è uscito il nostro disco d’esordio, “Io”, nel 2015 il secondo, “Una primavera”.

Foto di Sara Bodini
Quanto siete cambiati, musicalmente parlando, dal vostro disco d'esordio ad oggi?

Penso che il cambiamento più importante sia nella volontà di arrivare dritti al punto, di cercare di catturare l’essenza delle cose. Ci piace ancora molto il nostro primo album, ma in quel periodo ci interessava giocare con le strutture, coi suoni, con la voce. Ci piaceva più il viaggio della meta. Oggi, invece, ci sentiamo come una freccia che si scaglia direttamente sull’obiettivo. 

Quali sono i vostri progetti futuri?

Stiamo componendo il nuovo album. Vorremmo farlo uscire entro la fine del 2018.

Quali sono le vostre più grandi fonti di ispirazione?

Le cadute, le risalite, gli amori finiti, i sogni.

Come potreste descrivervi in una parola?

Amici.


Il loro personale Wasabi Dress:

“Wonderwall” degli Oasis. E’ la canzone perfetta. E’ trasversale. E’ amata in ogni angolo del mondo, nonostante le culture diverse che abitano il mondo. Ha qualcosa che tocca l’essere umano in quanto tale, al di là delle differenze. E’ popolare, ma non commerciale. E’ grazie agli Oasis che abbiamo iniziato a suonare nelle nostre camerette, da ragazzini.

Per quel che riguarda il libro, dico la “Trilogia della Città di K.”, di Agota Kristof. Un romanzo emotivamente potente. Crudo, ma con una forte sensibilità di fondo.

Per finire con una serie tv, che in realtà sarebbe una sit-com di alto livello: “How I Met Your Mother”. Fa ridere un sacco, ma allo stesso tempo è profonda, vera e, a tratti, commovente.


Un ringraziamento speciale a Marco, Futre e Nico.

martedì 2 gennaio 2018

Stasera non esco, vado in Francia

Per proseguire il nostro giro del mondo nelle pellicole "di nicchia"; stasera andremo in:

Francia
→ ILS SONT PARTOUT
Film di Yvan Attal del 2016.


✭✭✭✭
Diabolico e colmo di pungente satira. Per riconoscere l'estremista come tale in qualunque posizione si trovi.