sabato 30 dicembre 2017

I 12 consigli per accogliere il 2018

1, UNO
Visita una mostra 
che ti interessa una domenica al mese.

2, DUE
Impara a cucinare 
una scodella di ramen fumanti per scaldare l'inverno.

3, TRE
Inizia a tenere un Bullet Journal, 
per il piacere di riscoprire il non digitale.

4, QUATTRO
Ascolta l'album "The Weatherman"
di Gregory Alan Isakov.

5, CINQUE
Iscriviti a un corso. 
Di cucina, di fotografia, di lettura ad alta voce...

6, SEI
Fermati un istante a guardare le nuvole.

7, SETTE 
Visita Lisbona,
per godere del suo fascino e della sua incredibile luce.

8, OTTO 
Leggi un libro di Abd al-Rahman Munif, 
per cambiare prospettiva.

9, NOVE 
Cerca un nuovo argomento ogni giorno, 
da discutere con le persone che ami.

10, DIECI 
Guarda "The Impossible" 
di Juan Antonio Bayona per non dimenticare.

11, UNDICI 
Iscriviti in palestra, 
per il gusto di poter saltare una lezione
e andare a bere una cioccolata calda (con la panna).

12, DODICI 
Come dodicesimo punto vi consigliamo di 
valorizzare il tempo in qualità più che in quantità. 
Un buon tempo piccolo dedicato alle persone di valore migliora la vita.

Che il 2018 abbia inizio...

martedì 26 dicembre 2017

Stasera non esco, vado in Danimarca

Per proseguire il nostro giro del mondo nelle pellicole "di nicchia"; stasera andremo in:

Danimarca
→ THE DAY WILL COME
Film di Jelsen W. Nielsen del 2016.


✭✭✭✭
Disperato e coraggioso . 110 minuti con le lacrime agli occhi.

lunedì 18 dicembre 2017

Magpie Eggs di Moddi

Link diretto: Moddi - Magpie Eggs
*Album disponibile su Spotify
Nato nella parte sud-occidentale dell'isola Senja, a Medby, nel 1987. Una terra dove il tempo scorre tra neri inverni ed estati fin troppo luminose; un'isola di pescatori, di cose semplici.

Pål Moddi Knudsen debutta nel 2008 con "Rubato" un EP in edizione limitata, pubblicato dalla Playground Music.

Tra le mani del produttore islandese Valgeir Sigurðsson, la demo permise a Moddi di partire per il Greenhouse Studio di Reykjavik dove nacque Floriography, il secondo album del giovane artista norvegese, pubblicato nel febbraio 2010, dalla Propeller Recordings.

Proprio con "Floriography" vinse due Grammy norvegesi; Best Male e Best Newcomer.

"Ho sempre scritto nella notte, nel buio più totale, spesso senza riuscire a vedere le mie stesse mani". Nasce proprio così il profondo incanto che suscita la sua intensità ed il suo animo fragile colmo di grinta e incredibile malinconia.

Magpie Eggs rivela la sua inquietudine alternata a momenti di profonda contemplazione, dove parole appena sussurrate non tardano a sconfinare in esplosioni di rara sensibilità. È lui stesso che detta il tempo in una melodia che vola verso un finale incontrollabile; come l'innamoramento che non si placa.

Quando si parla di Moddi, si parla di emozioni. 
Come il mare che si infrange sui fiordi della terra dove è cresciuto, lo descriverei così; senza aggiungere una parola.



"Magpie Eggs, Moddi"
Scritto da Federica Marta Puglisi, Naifer

Il Wasabi Dress di "Magpie Eggs":


Yyteri - Un ossimoro della natura. Abeti che affondano le radici nella sabbia chiara delle dune, odore di sottobosco e di mare nello stesso tempo. 

Yyteri è malinconica perfezione, tiepida bellezza. Non è una città, nemmeno un villaggio di pescatori. Yteri è soltanto una spiaggia dorata, immensa.

Durante le ore piu’ calde, nel pieno della breve stagione estiva, si riempie di palette, secchielli e testine bionde. La sera, con il sole prepotente che non lascia spazio al buio, è il morbido tappeto che accoglie la movida finlandese.

Intorno a metà Agosto, Yyteri si spoglia degli accessori colorati e ritorna all’essenziale; il silenzio diventa di nuovo parte integrante del paesaggio, ma le ore di luce sono ancora numerose e le temperature piacevoli.

Yyteri è uno dei piu’ importanti spot scandinavi per il kitesurf, ma il mare non è l’unico punto di forza di questa regione; moltissimi sentieri costeggiano le dune oppure si perdono all’interno di boschi che risuonano di fiabeschi personaggi dell’infanzia.

A una quindicina di km dalla baia si trova la penisola di Reeposari, uno dei luoghi piu’ adatti per cogliere l’atmosfera profondamente autentica dal sapore un po’ decadente di questo frammento di Finlandia; Reposaari è minuscolo agglomerato di case in legno disposte in file ordinate su una manciata di vialetti sterrati. Non ci sono negozi, l’unico locale è un piccolo ristorante sul porto e la chiesa di legno bianco illumina il bosco di pini e betulle.

Uno degli eventi piu’ importanti dell’estate finlandese si tiene in Luglio nella vicina città di Pori che per una decina di giorni diventa il palco del Pori Jazz Festival. La verdissima isola pedonale di Kirjurinluoto ospita un’arena dove si esibiscono artisti locali insieme ad ospiti internazionali.

Pori è costruita sulla riva del Kokemänjoki, il fiume che la divide dal parco pubblico che occupa l’intera isola di Kirjurinluoto; una passeggiata sul lungofiume permette di avere una buona panoramica sulla storia urbanistica della città: dalla cattedrale gotica, ai palazzi neorinascimentali, alle costruzioni in mattoni rossi che riportano al suo originario carattere industriale.

La baia di Yyteri fa parte della municipalità di Pori, a circa 130 km a ovest di Tampere.







Vacanze all'Isola dei Gabbiani, Astrid Lindgren Se prendessi le ali vermiglie dell'aurora/Avrei una casa all'estremo confine del mare.

Il mare del Nord, la magia della notte di mezza estate, le scoperte e le emozioni che solo lo sguardo incontaminato di un bambino riesce a raccogliere.

Astrid Lindgren racconta con un linguaggio semplice, ma mai banale; old fashioned quanto basta per far riemergere immagini dimenticate in fondo alla scatola dei ricordi.
Vacanze all'Isola dei Gabbiani è un invito a riscoprire l'importanza dei dettagli, a guardare per un attimo il mondo dalla prospettiva dei bambini.
La delicatezza con cui viene descritto l'incanto di una terra difficile, la meraviglia con cui i bambini protagonisti del racconto affrontano ogni singolo istante sono il motore di una storia semplice, ma proprio per questo così coinvolgente.
Al contrario del piu' famoso capolavoro della Lindgren, Pippi Calzelunghe, qui la trama non sorprende per la stravaganza: la famiglia Melkerson, un padre scrittore scombinato e generoso, e i suoi quattro figli da Stoccolma si spostano sull'Isola dei Gabbiani per le lunghe vacanze estive e lì vivono ogni istante come se fosse una grande avventura.
Leggendo questo romanzo non è difficile sorprendersi mentre si sorride per l'immagine di una bambina che gira per l'isola in compagnia di un San Bernardo e di una foca oppure di immedesimarsi nel signor Melkerson che si inventa idraulico o falegname per cementare il rapporto con i propri figli.
La grandezza di questo libro sta nell'essere in grado di far riemergere la parte piu' primordiale, piu' avida di suggestioni in qualsiasi lettore.
Da (ri)leggere per ritrovare le atmosfere delle prime letture.


"Yyteri" e " Vacanze all'isola dei gabbiani"
Scritto da Laura Ferloni, Naifer




"Il vaso conferisce una forma al vuoto 
e la musica al silenzio."
Georges Braque, Quaderni, 1917/47

martedì 5 dicembre 2017

Stasera non esco, vado in Oregon

Per proseguire il nostro giro del mondo nelle pellicole "di nicchia"; stasera andremo in:

Oregon, Stati Uniti
→ I DON'T FEEL AT HOME IN THIS WORLD ANYMORE
Film di Macon Blair del 2017


✭✭✭✭✫
Divertente, sarcastico, goffamente intelligente.

venerdì 1 dicembre 2017

Blackwind di Patrick Watson

*Album disponibile su Spotify
Nato in California nel 1978 e cresciuto in Canada, Patrick Watson pubblica nel 2012 il suo quinto album "Adventures In Your Own Backyard" insieme a Mishka Stein al basso, Simon Angel alla chitarre e Robbie Kuster alla batteria.

La band decide per questo album una registrazione fuori dall'ordinario, in un ambiente rilassato e del tutto informale. Uno studio vicino all'abitazione di Watson nel quartiere di Montreal, per evitare stress e vincoli del tempo.
Il titolo quindi non é affatto casuale, ma una pura spiegazione della loro avventura "nel cortile".

Un'importante collaborazione come "Ma Fleur", nel 2007 con Cinematic Orchestra, sostiene la critica, iniziò a spingere la band in ambiente più disciplinato in cui le liriche, senza perdere la loro forza, iniziarono a spostarsi in un ambiente più cameristico.

Questo album nasce proprio dopo questo percorso in cui la band mostra una maturità che si può permettere virtuosismi che sfiorano il profumo della scena teatrale passando da costruzioni meno auliche e più western.

Troviamo atmosfere fiabesche sostenute da pochi suoni più imponenti ma corposi, questo permette alla voce di Watson di scivolare in un intenso e raffinato percorso.  I forti accenti e gli improvvisi cambi rievocano un onirico balletto classico in tutti i suoi 3 minuti e 34 secondi.

Un'opera di eterogenea bellezza nonostante la ricercata leggerezza della sua composizione.

L'intento di Watson, per questo album, è stato quello di creare dei brani che le persone potessero portare nel loro quotidiano, senza perdere quei dettagli e quella creatività che rendono unico ogni istante.
Credo che con Blackwind, ci sia perfettamente riuscito. 

Buon ascolto.

"Blackwind, Patrick Watson"
Scritto da Federica Marta Puglisi, Naifer



Il Wasabi Dress di "Blackwind":


Amburgo -  Città dal vento tagliente che sa già di Scandinavia, ma con le braccia tese verso sud a sfiorare il calore immaginato del Mediterraneo.

L’austera architettura religiosa si accompagna e si fonde ai docks portuali colonizzati da gallerie d’arte e centri multimediali, così come le etnie più lontane si mescolano ai teutonici indigeni.

Amburgo è una città profondamente marinara, pur essendo ad un centinaio di km dal mare; il mercato del pesce della domenica Altona Fish Markt è uno dei suoi luoghi di culto, dove l’anima divisa tra rigore nordico e colore mediterraneo si unisce in un evento ricco di atmosfera.
Il mare è chiamato con forza anche dall’architettura con la  Chilehaus,  edificio espressionista che con la sua prua sembra poter prendere il largo in una mattina qualunque d'estate.
Il ferry n. 62 è il mezzo più vero per godersi le suggestioni del porto al costo di un biglietto del trasporto urbano.

La scena artistica di Amburgo è decisamente eclettica con una particolare attenzione alla street art; ne sono un esempio i 400 mq della OZM Art Space Gallery.
Altra galleria storica è la Helium Cowboy che riesce dare voce sia ad artisti emergenti che a personaggi di fama internazionale usando spazi spesso inverosimili.

Amburgo è da sempre, e a torto, una meta snobbata dal turismo; penalizzata dalla mancanza di attrazioni eclatanti, viene spesso scartata per paura di sprecare un'opportunità.

Invece di esperienze ne offre molte. Due su tutte, Dialog Im Dunkel Kitchen Guerrilla.
La prima è un percorso sensoriale alla scoperta del mondo dei non vedenti che puo' terminare con una cena al buio oppure con un brunch in silenzio, mentre la seconda è un collettivo di cuochi di origine Turca che si definisce "unità mobile di cucina" e dirotta ristoranti e svariate altre location per dei flash mob gastronomici.

*Volo Ryanair da Milano Orio al Serio da 19.99 €, appartamenti su Airbnb a partire da 70 €. 



Gli acquari luminosi, Sophie Bassignac - Il silenzio è magnifico. E' spietato, d'accordo, ma restituisce quel che prende. Lo restituisce trasformato.

Claire, giovane correttrice di bozze parigina, ipocondriaca, asociale e afflitta da innumerevoli fobie.
Ishida, affascinante e insondabile giapponese amante del the verde e del rigore nipponico. 
A dividerli un cortile. Il cortile del palazzo che rende possibile a Claire vedere la vita di Ishida attraverso le finestre senza tende, come attraverso il vetro di un acquario.

Un'amicizia improbabile eppure salda; l'unico appiglio alla realtà per Claire, l'unica apparenza di normalità per Ishida. 

Uno di quei libri dove la trama quasi scompare, non è importante. Sono le sensazioni, le immagini che prendono forma, colore e consistenza a dare corpo alle pagine. 
Limpida riflessione sui rapporti sociali e sulle dinamiche di gruppo, elogio della lentezza nel contesto della metropoli parigina dove tutto scorre e tutti corrono.

"Amburgo" e "Gli acquari luminosi - Sophie Bassignac"
Scritto da Laura Ferloni, Naifer


"Ogni arte aspira costantemente alla condizione della musica."
Walter Pater, Saggi sulla storia del Rinascimento, 1873

martedì 21 novembre 2017

Stasera non esco, vado in Bielorussia

Per proseguire il nostro giro del mondo nelle pellicole "di nicchia"; stasera andremo in:

Bielorussia
→ L'UOMO IN PARETE
Film di Evgeny Ruman del 2015


✭✭✭✫✫
Astuto, curioso e costruito su una dinamica brillante.

venerdì 17 novembre 2017

Unicorni e carriole sulle note dream-pop

Il mondo oggi diventa un incanto. La luce eterea e l’aria dolcemente profumata sono tutte racchiuse in un profilo scintillante. Questo lo dobbiamo a Victoria Legrand, Alex Scally e alla loro storia chiamata "Beach House", iniziata ormai ben 17 anni fa nel lontano 2004. Dopo anni di studio e confronto finalmente nel 2006 l'album d’esordio, appoggiato con cura al suono ipnotico degli slide morbidi e degli organi dall'autentico sapore vintage.

functionalhome.wordpress.com
Gli elementi che suonano queste atmosfere sono solo tre anche se l’ambiente sembra saturo come se fossero davvero molti di più: una chitarra, una tastiera ed una batteria programmata in assetto fiabesco, danno origine ad una chimera per nulla convenzionale.

Queste sono le premesse che portano ad un susseguirsi di dischi sempre più convincenti raggiungendo l'apice con questo settimo album non-album: "B-Sides and Rarities"; a tutti gli effetti il sogno “nel cassetto” volutamente svelato al mondo dagli stessi artisti. 

B-Sides, tracce un tempo scartate, ghost-track e persino rivisitazioni di brani già editi, riprendono vita facendosi finalmente ascoltare. Questa scelta descrive ampiamente un duo che riesce a focalizzarsi seguendo senza indugi una direzione molto nitida, pianificata e metabolizzata. 

Dopo questa utopia, nuovamente raggiunta ed illuminata, possiamo definire i Beach House, la band ambasciatrice del Dream-Pop; la dimostrazione che illudersi può non essere un miraggio.

Scritto da Federica Marta Puglisi e Roberto Panighi


Köpstadsö, Sweden

straytravel.it
Bastano una ventina di minuti su un rumoroso battello anni '70 per essere trasportati in un mondo parallelo, oltre lo specchio come una contemporanea Alice. 

Dalla seducente Göteborg si passa in poche miglia marine ad una realtà onirica, irreale. Enormi massi di granito levigato dall'impietoso vento Scandinavo accolgono i viaggiatori nel minuscolo porto, una stradina sale sinuosa per poche centinaia di metri perché Köpstadsö non é nient'altro che un sassolino lanciato nel Mare del Nord.

Non ci sono macchine, né scooter. Solo carriole. L'unico mezzo di trasporto consentito é la classica carriola da giardiniere che ognuna delle famiglie residenti, cento anime in tutto, ha personalizzato con scritte e disegni.

Passeggiando tra casette rosse in legno, giardini che sembrano usciti da un racconto di Carver, scorci di un blu difficile da vedere altrove, sembra di essere sospesi in un tempo antico. 

E poi c'é il silenzio, disturbato solo dal rumore del vento tra gli alberi. 
Un silenzio raro, di quelli che si sentono solo dentro le fiabe.

Scritto da Laura Ferloni



La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Haruki Murakami

Due storie solo apparentemente parallele e un Murakami particolarmente surreale rendono questo libro uno dei piú avvincenti di tutta la sua bibliografia.

Il confine tra realtà e sogno é talmente labile che non si riesce a percepire il momento in cui si passa dall'una all'altro; nessuno stupore per il lettore nel momento in cui i protagonisti discutono di teschi di unicorni davanti ad una tazza di caffé al centro commerciale. Sembra tutto assolutamente normale, ma nulla lo é. 

Un mondo racchiuso da un muro invalicabile nel quale chi entra perde la propria ombra, alias tutta la sua storia; frammenti di sogni da leggere all'interno di resti di creature mitiche catalogati con cura come volumi di un'onirica biblioteca. 

Un Giappone contemporaneo, una guerra tra clan, una ragazza grassa e un viaggio impossibile. Racconti che scorrono alternandosi e rimandando uno all'altro fino a raggiungersi e completarsi.

Molti i dubbi e gli interrogativi lungo la strada, tra tutte la domanda più importante: meglio una memoria imperfetta o una perfezione senza passato? 
Solo gli unicorni lo sanno.

Scritto da Laura Ferloni

“Questa è la percezione. 
La percezione è in grado di cambiare la realtà. 
Ma a livello fenomenologico, 
il mondo costituisce soltanto una 
fra illimitate possibilità.”



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martedì 14 novembre 2017

Stasera non esco, vado in India

Per proseguire il nostro giro del mondo nelle pellicole "di nicchia"; stasera andremo in:

India
→ LENS
Film di Jayaprakash Radhakrishnan del 2016


✭✭✭✫✫
Thriller psicologico. Imbarazzo, paura ed incertezza.

venerdì 10 novembre 2017

SPECIAL - Astenersi romantici e sognatori

Piattaforma, nel centro del mondo*
Michel Houellebecq

"È nel rapporto con gli altri che si prende coscienza di sé: ed è proprio questo a rendere insopportabile il rapporto con gli altri."

Sgradevole, provocatore, irritante; Houellebecq indugia con compiacimento nella volgarità, nell'allusione razzista, nella pornografia più cruda. 

Come sempre però dipinge con genialità una realtà distopica, il declino morale della società postmoderna, l'impressione di non solidità della vita contemporanea.

Michel, classica icona della mediocrità contemporanea, perde improvvisamente il padre e decide di partire per la Thailandia, impero del sesso a pagamento, per concedersi una pausa di oblio consolatorio. Nel paradiso tropicale, dove l'antropizzazione ha raggiunto livelli inimmaginabili e il turismo é ormai l'unica risorsa, incontra Valérie e con lei ed un altro socio decide di aprire una catena di villaggi tematici, dove il tema é il turismo sessuale. 

Naturalmente, dopo un iniziale successo travolgente, nulla andrà come previsto.

Tra digressioni sulla macroeconomia, riflessioni corredate da statistiche reali sull'industria del turismo e incursioni di personaggi secondari, Houellebecq confonde, distrae, ipnotizza.

Il finale, di una banalità sconcertante, non fa che sottolineare quanto questo libro sia frutto di un'attento studio e non di una folgorazione creativa.

Un libro estremamente sottile, intellettuale. 
*Astenersi romantici e sognatori. 

Scritto da Laura Ferloni

martedì 7 novembre 2017

Stasera non esco, vado in Corea del Sud

Per iniziare il nostro giro del mondo nelle pellicole "di nicchia"; stasera andremo in:

Corea del Sud 
→ CASTAWAY ON THE MOON
Film di Lee Hae-jun del 2009

✭✭✭✫✫
Leggero, divertente, sognante e decisamente bizzarro.

*Film disponibile su iTunes

lunedì 6 novembre 2017

Il Wasabi Dress utopico

Nato il 26 Luglio del 1963 a Milano, Stefano Rampoldi, in arte Edda é riuscito a regalarci un album incredibile in questo 2017, a ben 54 anni.

Questo quarto album da solista, dopo la carriera con i Ritmo Tribale, rappresenta la sua crescita esponenziale disarmante.

Al centro di grandi questioni, Edda é sempre stato in grado di lasciar libero il filo conduttore tra il suo pensiero più nascosto e il suo ascoltatore più intimo. 

Dopo averlo ascoltato più e più volte, posso finalmente affermare che "Graziosa Utopia" è uno degli album più belli della scena italiana di questo 2017. 

Edda é sicuramente un personaggio fuori dalle righe e stravagante; nel suo non ponderare e nella sua spudoratezza ti intrappola in metriche perfette fino a trascinarti nel suo abisso, dalla prima alla decima traccia. È un album nobile, un percorso costruito in modo eccelso; ostile, diretto, senza alcuna vergogna. Un Edda autentico che cammina nudo come le lacrime che gli crollano sul corpo, letteralmente. 

Le sensazioni a cui ti espone questo album, se ascoltato a ricettori aperti, sono talmente tante e talmente arcane che é quasi uno stupro convertirle in parole. 

Un'ora del vostro tempo per una perla rara.


Scritto da Federica Marta Puglisi





Anomalisa - Regia di Charlie Kaufman e Duke Johnson, 2015

Il debutto alla regia per questo incredibile lungometraggio animato, realizzato interamente in stop-motion, fu interamente finanziato da una raccolta fondi crowdfunding. Questo progetto aveva tutti i presupposti  per nascondere un'ambizione più tecnica che colma di contenuti; ma si rivelò tutt'altro.

Affronta un tema scomodo, viaggiando con grande classe in ambienti oscuri della nostra società, come l'omologazione, la solitudine, il disagio, l'assenza della felicità come normalità appurata.

Tutto questo in contrasto con le figure tridimensionali mosse passo dopo passo durante tutti i 90 minuti.

Una provocazione caparbia e molto efficace, esasperata dall'utilizzo di un unico doppiatore per tutti i singoli personaggi. Un film capace di sorpassare la realtà attraverso un linguaggio singolare.

Come Edda, necessita tempo per essere compreso. Solo il giusto punto di vista vi darà la possibilità di apprezzare fino in fondo il suo intrinseco e delicato senso.

Scritto da Federica Marta Puglisi


I Cavalieri del Congiuntivo di Erik Orsenna


Cos'è l'amore se non dubbio, attesa, desiderio, speranza? Dunque l'amore era una varietà di congiuntivo.

Un dittatore ha bandito il congiuntivo, modo di ciò che non è, ma che potrebbe essere, dall'arcipelago su cui regna. Il congiuntivo fa paura, non è reale, è possibile perciò contiene ipoteticamente infinite occasioni e sfaccettature; un esercito di ribelli lo difende a costo di perdere la propria vita. 
Il congiuntivo è il modo del mondo, così come doverebbe essere.

Una ragazza, alla ricerca del fratello rivoluzionario, sorvola isole e indaga sentimenti. Scopre che un vero sogno è un sogno che dura, una battaglia che si sposa con la volontà.
Tra le pagine, i poetici disegni di bigre!, al secolo Pei-Sin Ma et Alexis Rougon.

Una parabola bizzarra, all'apparenza naif, sul potere del linguaggio e sulla libertà di opporsi a chi si ostina a ostacolare il futuro. 

Una provocazione sottile, leggera come una carezza, ma potente come solo le parole sanno essere.


Scritto da Laura Ferloni

"L'irriverenza è 
l'unica forma di libertà 
che ci resta."

Il Wasabi Dress utopico

venerdì 27 ottobre 2017

SPECIAL - Raccoglie le lacrime in una fiala



Cos'è una lacrima, se non la materializzazione di un ricordo? Ma le lacrime, come i ricordi, sono effimere. 


Tomoko Hayashi, artista multidisciplinare e designer Giapponese, attraverso il suo progetto Tear Mirror, raccoglie storie di gente comune, racconti che riportano alla memoria momenti dolorosi, attimi di felicità assoluta, rimpianti, istanti di tenerezza. Mentre le storie prendono vita e si dispiegano leggere come aeroplani di carta o talmente grevi da smorzare la luce, le lacrime fluiscono e Tomoko le imprigiona in una fiala. 


Dal 2011 la designer Giapponese colleziona le storie all'origine delle lacrime per creare un nuovo tipo di esperienza multisensoriale che possa essere condivisa; le lacrime, dopo essere state raccolte, vengono cristallizzate con zucchero e colori che rappresentano le emozioni raccolte per diventare le tradizionali caramelle giapponesi Kohaku, dei prismi che ricordano l'ambra, poi montate per creare collane, bracciali, orecchini.



Tutti i sensi sono sollecitati, la condivisione dell'esperienza è resa facile dalla fisicità che acquisisce il racconto. Il pianto esce dalla dimensione privata per essere accolto, abbracciato, ascoltato. 

Il liquido misterioso che scaturisce da memorie lontane non è più liquido, ma tangibile. Non è più personale, ma diventa collettivo; si può vedere, toccare, condividere, assaporare e indossare. 

Il ricordo non è più all'interno, ma non è nemmeno del tutto separato da chi l'ha formulato; la distanza può rendere le storie più brillanti o più opache, a seconda del senso che individualmente si conferisce al gioiello. 

Le lacrime evaporano, portando via le tracce. 
I gioielli rimangono, preziosi strumenti per opporsi all'oblio.


Scritto da Laura Ferloni

giovedì 26 ottobre 2017

Il Wasabi Dress dei Belize - Intervista

Dopo il primo singolo "Pianosequenza", suonato durante le selezioni di X Factor, siamo rimasti estremamente stupiti da questi quattro ragazzi di Varese. 
Qualcosa in loro li rendeva elegantemente diversi dalla scena pop che li circondava; abbiamo quindi pensato di approfondire la nostra conoscenza intervistandoli per farvi vedere le sorprese che nasconde il panorama indie italiano.


Foto di Dalì Geralle

"Superman" il nuovo video
realizzato da Giacomo Fumagalli - Aloha Project
Chi sono i "Belize"?

I Belize sono Riccardo, Mattia, Federico e Yed.

Non siamo amici di una vita, ne tanto meno compagni di liceo o altro. Suoniamo insieme perché abbiamo voluto creare insieme i Belize, con un idea chiara in testa ma soprattutto con la voglia di “giocare” insieme con la musica.

Siamo persone molto diverse e stiamo imparando a convivere solo ora, dopo 4 anni di relazione.

Abbiamo deciso di iniziare questo progetto insieme anche grazie alle “skills” che vanno oltre lo strumento che suoniamo dal vivo: Mattia oltre che chitarrista è anche il produttore principale delle nostre basi, affiancato da Yed (basso) che è un informatico di giorno e Sound Engineer di notte, Federico (batteria) cura la parte video e io (Riccardo) mi occupo con Federico di seguire tutta la parte “creativa” e grafica. 

Come nasce questa band?

Io e Mattia suonavamo in una band di impronta più indie rock, un po' per caso abbiamo scoperto una passione comune per “Entroducing” di Dj Shadow e abbiamo deciso di provare a fare delle canzoni con basi prese dal mondo Hip Hop e unirle ad un cantato Italiano più melodico. Successivamente sono entrati nel progetto anche Federico e Yed con i quali siamo riusciti a concretizzare il tutto

Disponibili i pre-order iTunes dell'EP "Replica"
Etichetta: Ghost Records / Artwork: Aloha Project
Quali sono i vostri progetti?

Ci stiamo dedicando alla nostra musica con grande passione e dedizione (lavoriamo 5 giorni a settimana e il weekend lo passiamo chiusi in un garage a Varese) perchè ci viene naturale farlo. Ora pubblicheremo il nuovo EP, ci concentreremo sul live, continuiamo a cambiarlo e rimetterlo in discussione (una volta puoi trovarci sul palco tutti in piedi un'altra tutti seduti) e spero il prima possibile di registrare nuova musica.

Le vostre più grandi fonti di ispirazione?

Sicuramente Entroducing di Dj Shadow, ma anche tantissimo Damon Albarn, Tv on The Radio e il Trip Hop della scena di Bristol.

Tra le nostre influenze c'è anche tanta musica italiana, da Dalla a Sferaebbasta.

Cosa vi ha lasciato l'esperienza di X-Factor?

Forse la parte migliore, più che quella musicale, è stata quella umana. Tra concorrenti e professionisti che lavorano dietro le quinte si è creato da subito un ottimo rapporto ed è stato molto interessante vedere come funziona uno show televisivo.

Io ho sempre guardato il programma, ma mai pensato di parteciparci, quest'anno sto provando a vederlo, ma non ci riesco, non riesco più a viverlo come un intrattenimento televisivo. Questo non so se sia un bene o un male... Ah poi ci ha lasciato anche la mail di Manuel Agnelli :)


Come potreste descrivervi in una parola?

Notturni



Il Wasabi Dress dei Belize:


Partirei da "Milano" di Lucio Dalla, quando abbiamo iniziato non avevo mai scritto un testo dall'inizio alla fine di senso compiuto e Lucio mi ha dato una grandissima mano.

La canzone invece la lego a "Un Amore" di Dino Buzzati, un libro che nelle nostre canzoni c'è quasi in tutti i testi. Ormai da Varese ci siamo trasferiti tutti a Milano e questo libro VA LETTO per capire come vive e di cosa di nutre la città.


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I Belize presenteranno il loro EP con due release party ufficiali:  

11. Novembre 2017 - Cantine Coopuf - VARESE - biglietti 
24 Novembre 2017 - Circolo Magnolia - MILANO   



Intervista a cura di Federica Marta Puglisi 
con l'importante e fondamentale aiuto di Francesco Italiano, SmcItalia

Un ringraziamento speciale a Riccardo, Mattia, Federico e Yed