martedì 12 agosto 2014

SPECIAL - Skin Project di Shelley Jackson

“Il caso non esiste, e ciò che ci sembra casuale scaturisce dalle fonti più profonde.” 

Friedrich Shiller

La letteratura è da sempre considerata come immortale, come l'unico modo per lasciare una traccia del nostro passaggio sulla terra; con il racconto "Skin" Shelley Jackson la rende invece effimera, mutevole, precaria, viva.

Il corto scritto dall'autrice americana non verrà mai pubblicato né su carta, né su alcun supporto digitale ma solamente tatuato sulla pelle di 2095 volontari, tanti quanti le parole che costituiscono il testo.

Le parole vengono assegnate nell'ordine in cui compaiono nella storia e ogni partecipante, scelto arbitrariamente dalla Jackson, si impegna con un contratto scritto a tatuare sul proprio corpo la parola assegnata diventando non un supporto, ma l'incarnazione della parola stessa. 

Solo le persone diventate parole possiedono l'intera storia nella versione originale scritta dall'autrice.

Rispondendo a chi le chiede perchè sia nato il progetto "Skin", Shelley Jackson dichiara: 


"..la mia mente non viaggia in linea retta, così come non lo fanno le mie storie. Amo le digressioni, le interruzioni e le collisioni di stili e voci".


Il progetto partito nel 2003 non è ancora concluso, non tutte le parole sono state assegnate e alcune delle parole sono già scomparse; "Skin" continuerà ad esistere e a mutare finché l'ultima delle parole non sarà morta. 


"Skin Project di Shelley Jackson" - Scritto da Laura Ferloni

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