martedì 19 agosto 2014

If a had a Boat di James Vincent McMorrow

*Link diretto YouTube

James Vincent McMorrow, nato a Dublino il 14 Gennaio 1983, debuttò con "Early in the morning" in Irlanda nel Febbraio 2010, e negli Stati Uniti un anno dopo, con grande successo.



Cantautore irlandese inizialmente associabile a personalità come Bon Iver e Keaton Henson, il 27 maggio 2011 fece parlare molto di lui al punto di essere paragonato all'inimitabile Jeff Buckley, nel suo esordio televisivo nel Regno Unito, su BBC Two Later con Jools Holland.



Il suo ingresso intimo ed introspettivo, tramite il primo album, descriveva un McMorrow pervaso di atmosfere visionarie cariche di quelle terre d'origine dove è nato e cresciuto. 

Un folk sentimentale quello di "Early in the morning" completamente stravolto due anni dopo con "Post Tropical"; album che "ribaltò" letteralmente il pubblico in un ambiente più Soul, R&B e pieno di quell'esotico sapore tropicale che fu una sorpresa.

Il suo filo conduttore però resta tangibile nel suo bucolico lirismo, sofisticato e delicato quanto potente, tra falsetti irraggiungibili ed inserti elettronici.

Senza fretta e senza foga McMorrow entra nelle viscere, nello stomaco; sfiorando note incredibili nelle sue oniriche sonorità. La critica premia il suo essere perfezionista quanto diretto. Proprio per questo riceverà, nel Gennaio 2012, il premio europeo Border Breakers.

Per quanto "Post Tropical" possa aver stupito per la sua ardita ricerca tra orchestrazioni gospel e sintetizzazioni d'avanguardia, McMorrow resta orgoglioso del suo primo album.

“I’m so proud of that album, but I never longed to be a guy with a guitar. You play these songs live as best you can, and suddenly you’re a Folk musician. But the texture of this record is completely different. This is the kind of stuff I actually listen to.”

"If a had a Boat", la prima canzone del suo primo album; la sua anima e il suo cuore in un esplosivo ingresso nel territorio musicale.

Aveva con questo già fatto capire chi era e di cosa poteva essere capace. 
Un ingresso in scena con pochi precedenti.

"If a had a Boat di James Vincent McMorrow"
Scritto da Federica Marta Puglisi, Naifer


Il Wasabi Dress di "If a had a Boat":


"Marsiglia non è una città per turisti. Non c'è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, cio' che c'è da vedere si lascia vedere". 
Jean Claude Izzo

Marsiglia non è una città. Marsiglia è l'essenza del Mediterraneo, è l'insieme dei suoi odori, dei suoi colori, della sua gente.


Marsiglia, per poterla amare va capita. Bisogna inderogabilmente perdersi tra i vicoli del Panier, tra lenzuola stese e odore di cumino; é necessario bere un paio di pastis in un baretto sul Vieux Port. 



Il Vieux Port poi, va attraversato in traghetto, come ama fare Fabio Montale nella Trilogia Marsigliese, per vedere la città dal mare.



Marsiglia è una città di migranti, di gente di passaggio, di marinai, di disperati e di francesi duri, ruvidi; per capire Marsiglia ad un certo punto si devono voltare le spalle al mare e guardare verso le banlieues, città satellite dove la violenza è direttamente proporzionale alle tensioni sociali.


Poi, con la consapevolezza negli occhi, ci si può di nuovo girare verso il Mediterraneo e le sue calanques, con l'acqua cristallina, le barche colorate dei pescatori e alcuni dei sentieri più belli della Francia.

Marsiglia sorprende anche per la sua ricchezza artistica, dal nuovissimo MuCEM il Museo delle Civiltà dell'Europa e del Mediterraneo alla Cité Radieuse di Le Corbusier, visionario esperimento urbanistico dei primi anni '50 visitabile tramite l'Uffico del Turismo.

La Friche è un altra scomessa vinta, una vecchia fabbrica di tabacco nel quartiere Belle de Mai riconvertita negli ultimi due decenni in spazio culturale dedicato alla creazione e sperimentazione artistica contemporanea.

La cucina è un'altro degli aspetti di Marsiglia che unisce, accoglie, invita passando da un aperitivo al bar Des Maraichers nel quartiere di La Plaine a un cous cous e una tazza di chorba Algerina in una delle trattorie nel suk di Belsunce, a un ristorante stellato al porto.

*Volo a/r da Roma Fiumicino da  75 €, Appartamenti su Airbnb da 50 €




Marinai perduti - Jean Claude Izzo

“Vedi” disse indicando il largo. “Abbiamo navigato per tutta la vita, e allora? Non abbiamo trovato niente. Né da questa parte dell’orizzonte né dall’altra. Niente. E allora?”

“Non c’è niente da trovare Abdul. Questa è la verità. Niente da cercare. Niente da trovare. E niente da provare”

Marinai Perduti è la storia di tre marinai, di tre uomini archetipo della sconfitta. 

Il libanese Abdul, il greco Diamantis e il turco Nedim si trovano soli sulla Aldebaran, una nave cargo sequestrata per il fallimento dell'armatore nel porto di Marsiglia.

I tre uomini, raccontandosi l'un l'altro svelano principalmente a se stessi rimpianti sepolti in fondo alla memoria e sogni dimenticati e corrosi dalla salsedine che ha accompagnato le loro vite.

Tre vite, tre fallimenti diversi ma con il Mediterraneo come terreno comune. 




"Marsiglia e Marinai perduti"

Scritto da Laura Ferloni, Naifer






"La prima cosa per fare musica è non fare rumore."
José Bergamín, El cohete y la estrella; La cabeza a pájaros, 1981

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