lunedì 18 dicembre 2017

Magpie Eggs di Moddi

Link diretto: Moddi - Magpie Eggs
*Album disponibile su Spotify
Nato nella parte sud-occidentale dell'isola Senja, a Medby, nel 1987. Una terra dove il tempo scorre tra neri inverni ed estati fin troppo luminose; un'isola di pescatori, di cose semplici.

Pål Moddi Knudsen debutta nel 2008 con "Rubato" un EP in edizione limitata, pubblicato dalla Playground Music.

Tra le mani del produttore islandese Valgeir Sigurðsson, la demo permise a Moddi di partire per il Greenhouse Studio di Reykjavik dove nacque Floriography, il secondo album del giovane artista norvegese, pubblicato nel febbraio 2010, dalla Propeller Recordings.

Proprio con "Floriography" vinse due Grammy norvegesi; Best Male e Best Newcomer.

"Ho sempre scritto nella notte, nel buio più totale, spesso senza riuscire a vedere le mie stesse mani". Nasce proprio così il profondo incanto che suscita la sua intensità ed il suo animo fragile colmo di grinta e incredibile malinconia.

Magpie Eggs rivela la sua inquietudine alternata a momenti di profonda contemplazione, dove parole appena sussurrate non tardano a sconfinare in esplosioni di rara sensibilità. È lui stesso che detta il tempo in una melodia che vola verso un finale incontrollabile; come l'innamoramento che non si placa.

Quando si parla di Moddi, si parla di emozioni. 
Come il mare che si infrange sui fiordi della terra dove è cresciuto, lo descriverei così; senza aggiungere una parola.



"Magpie Eggs, Moddi"
Scritto da Federica Marta Puglisi, Naifer

Il Wasabi Dress di "Magpie Eggs":


Yyteri - Un ossimoro della natura. Abeti che affondano le radici nella sabbia chiara delle dune, odore di sottobosco e di mare nello stesso tempo. 

Yyteri è malinconica perfezione, tiepida bellezza. Non è una città, nemmeno un villaggio di pescatori. Yteri è soltanto una spiaggia dorata, immensa.

Durante le ore piu’ calde, nel pieno della breve stagione estiva, si riempie di palette, secchielli e testine bionde. La sera, con il sole prepotente che non lascia spazio al buio, è il morbido tappeto che accoglie la movida finlandese.

Intorno a metà Agosto, Yyteri si spoglia degli accessori colorati e ritorna all’essenziale; il silenzio diventa di nuovo parte integrante del paesaggio, ma le ore di luce sono ancora numerose e le temperature piacevoli.

Yyteri è uno dei piu’ importanti spot scandinavi per il kitesurf, ma il mare non è l’unico punto di forza di questa regione; moltissimi sentieri costeggiano le dune oppure si perdono all’interno di boschi che risuonano di fiabeschi personaggi dell’infanzia.

A una quindicina di km dalla baia si trova la penisola di Reeposari, uno dei luoghi piu’ adatti per cogliere l’atmosfera profondamente autentica dal sapore un po’ decadente di questo frammento di Finlandia; Reposaari è minuscolo agglomerato di case in legno disposte in file ordinate su una manciata di vialetti sterrati. Non ci sono negozi, l’unico locale è un piccolo ristorante sul porto e la chiesa di legno bianco illumina il bosco di pini e betulle.

Uno degli eventi piu’ importanti dell’estate finlandese si tiene in Luglio nella vicina città di Pori che per una decina di giorni diventa il palco del Pori Jazz Festival. La verdissima isola pedonale di Kirjurinluoto ospita un’arena dove si esibiscono artisti locali insieme ad ospiti internazionali.

Pori è costruita sulla riva del Kokemänjoki, il fiume che la divide dal parco pubblico che occupa l’intera isola di Kirjurinluoto; una passeggiata sul lungofiume permette di avere una buona panoramica sulla storia urbanistica della città: dalla cattedrale gotica, ai palazzi neorinascimentali, alle costruzioni in mattoni rossi che riportano al suo originario carattere industriale.

La baia di Yyteri fa parte della municipalità di Pori, a circa 130 km a ovest di Tampere.







Vacanze all'Isola dei Gabbiani, Astrid Lindgren Se prendessi le ali vermiglie dell'aurora/Avrei una casa all'estremo confine del mare.

Il mare del Nord, la magia della notte di mezza estate, le scoperte e le emozioni che solo lo sguardo incontaminato di un bambino riesce a raccogliere.

Astrid Lindgren racconta con un linguaggio semplice, ma mai banale; old fashioned quanto basta per far riemergere immagini dimenticate in fondo alla scatola dei ricordi.
Vacanze all'Isola dei Gabbiani è un invito a riscoprire l'importanza dei dettagli, a guardare per un attimo il mondo dalla prospettiva dei bambini.
La delicatezza con cui viene descritto l'incanto di una terra difficile, la meraviglia con cui i bambini protagonisti del racconto affrontano ogni singolo istante sono il motore di una storia semplice, ma proprio per questo così coinvolgente.
Al contrario del piu' famoso capolavoro della Lindgren, Pippi Calzelunghe, qui la trama non sorprende per la stravaganza: la famiglia Melkerson, un padre scrittore scombinato e generoso, e i suoi quattro figli da Stoccolma si spostano sull'Isola dei Gabbiani per le lunghe vacanze estive e lì vivono ogni istante come se fosse una grande avventura.
Leggendo questo romanzo non è difficile sorprendersi mentre si sorride per l'immagine di una bambina che gira per l'isola in compagnia di un San Bernardo e di una foca oppure di immedesimarsi nel signor Melkerson che si inventa idraulico o falegname per cementare il rapporto con i propri figli.
La grandezza di questo libro sta nell'essere in grado di far riemergere la parte piu' primordiale, piu' avida di suggestioni in qualsiasi lettore.
Da (ri)leggere per ritrovare le atmosfere delle prime letture.


"Yyteri" e " Vacanze all'isola dei gabbiani"
Scritto da Laura Ferloni, Naifer




"Il vaso conferisce una forma al vuoto 
e la musica al silenzio."
Georges Braque, Quaderni, 1917/47

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