venerdì 17 novembre 2017

Unicorni e carriole sulle note dream-pop

Il mondo oggi diventa un incanto. La luce eterea e l’aria dolcemente profumata sono tutte racchiuse in un profilo scintillante. Questo lo dobbiamo a Victoria Legrand, Alex Scally e alla loro storia chiamata "Beach House", iniziata ormai ben 17 anni fa nel lontano 2004. Dopo anni di studio e confronto finalmente nel 2006 l'album d’esordio, appoggiato con cura al suono ipnotico degli slide morbidi e degli organi dall'autentico sapore vintage.

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Gli elementi che suonano queste atmosfere sono solo tre anche se l’ambiente sembra saturo come se fossero davvero molti di più: una chitarra, una tastiera ed una batteria programmata in assetto fiabesco, danno origine ad una chimera per nulla convenzionale.

Queste sono le premesse che portano ad un susseguirsi di dischi sempre più convincenti raggiungendo l'apice con questo settimo album non-album: "B-Sides and Rarities"; a tutti gli effetti il sogno “nel cassetto” volutamente svelato al mondo dagli stessi artisti. 

B-Sides, tracce un tempo scartate, ghost-track e persino rivisitazioni di brani già editi, riprendono vita facendosi finalmente ascoltare. Questa scelta descrive ampiamente un duo che riesce a focalizzarsi seguendo senza indugi una direzione molto nitida, pianificata e metabolizzata. 

Dopo questa utopia, nuovamente raggiunta ed illuminata, possiamo definire i Beach House, la band ambasciatrice del Dream-Pop; la dimostrazione che illudersi può non essere un miraggio.

Scritto da Federica Marta Puglisi e Roberto Panighi


Köpstadsö, Sweden

straytravel.it
Bastano una ventina di minuti su un rumoroso battello anni '70 per essere trasportati in un mondo parallelo, oltre lo specchio come una contemporanea Alice. 

Dalla seducente Göteborg si passa in poche miglia marine ad una realtà onirica, irreale. Enormi massi di granito levigato dall'impietoso vento Scandinavo accolgono i viaggiatori nel minuscolo porto, una stradina sale sinuosa per poche centinaia di metri perché Köpstadsö non é nient'altro che un sassolino lanciato nel Mare del Nord.

Non ci sono macchine, né scooter. Solo carriole. L'unico mezzo di trasporto consentito é la classica carriola da giardiniere che ognuna delle famiglie residenti, cento anime in tutto, ha personalizzato con scritte e disegni.

Passeggiando tra casette rosse in legno, giardini che sembrano usciti da un racconto di Carver, scorci di un blu difficile da vedere altrove, sembra di essere sospesi in un tempo antico. 

E poi c'é il silenzio, disturbato solo dal rumore del vento tra gli alberi. 
Un silenzio raro, di quelli che si sentono solo dentro le fiabe.

Scritto da Laura Ferloni



La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Haruki Murakami

Due storie solo apparentemente parallele e un Murakami particolarmente surreale rendono questo libro uno dei piú avvincenti di tutta la sua bibliografia.

Il confine tra realtà e sogno é talmente labile che non si riesce a percepire il momento in cui si passa dall'una all'altro; nessuno stupore per il lettore nel momento in cui i protagonisti discutono di teschi di unicorni davanti ad una tazza di caffé al centro commerciale. Sembra tutto assolutamente normale, ma nulla lo é. 

Un mondo racchiuso da un muro invalicabile nel quale chi entra perde la propria ombra, alias tutta la sua storia; frammenti di sogni da leggere all'interno di resti di creature mitiche catalogati con cura come volumi di un'onirica biblioteca. 

Un Giappone contemporaneo, una guerra tra clan, una ragazza grassa e un viaggio impossibile. Racconti che scorrono alternandosi e rimandando uno all'altro fino a raggiungersi e completarsi.

Molti i dubbi e gli interrogativi lungo la strada, tra tutte la domanda più importante: meglio una memoria imperfetta o una perfezione senza passato? 
Solo gli unicorni lo sanno.

Scritto da Laura Ferloni

“Questa è la percezione. 
La percezione è in grado di cambiare la realtà. 
Ma a livello fenomenologico, 
il mondo costituisce soltanto una 
fra illimitate possibilità.”



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