giovedì 22 febbraio 2018

Gecofish | Intervista di Wasabi Dress


- I Gecofish del primo mese di vita VS i Gecofish di adesso: ascoltandovi si nota un'evoluzione elegante che va una fortissima vena di seattle grunge, con influenze di rock italiano stile ritmo tribale, ad un sound più pieno, con strutture più ricercate ma sempre dannatamente belle toste. Cosa sentite di aver trasformato nella vostra fase compositiva dal 2010 ad ora? 

Vittorio - Nel 2010 avevamo appena iniziato (almeno io e vale che suoniamo insieme da allora) e chiaramente in 8 anni son cambiate un'infinità di cose. All'inizio provavamo due o tre volte a settimana e probabilmente era giusto così perchè c'era un forte bisogno di consolidare l'interplay e anche di scoprire e cercare un nostro modo di comporre, provare e stare su di un palco in modo efficace. Ora abbiamo imparato a conoscere i nostri punti forti e quelli deboli e quindi nella fase compositiva riusciamo ad essere più veloci nel raggiungere risultati. 

Valerio - Nel 2010 eravamo quattro ragazzi musicalmente acerbi che infilavano nei brani qualunque cosa (appena studiata magari) senza pensare troppo alla forma “canzone”. 

Con “Nonostante tutto” abbiamo capito cosa è meglio fare o non fare grazie a maggior maturità musicale e Davide Lasala che ci ha fatto da produttore. Avendo sostituito il chitarrista nel 2013 e non avendo più le tastiere è cambiato anche il sound. 

“Motivi per uscire” è la felice continuazione di “Nonostante tutto”. Canzoni più scorrevoli, cantabili e una virata sul morbido con il pezzo che da il titolo all’EP. 

- Usciamo un attimo dai Gecofish: voi siete della zona Brianza che, per chi ci legge da più lontano, è quell'area geografica collocabile a nord poco fuori da Milano. C'è fermento: girando per i locali sono fortunatamente parecchie le band che provengono dalle vostre parti: che aria si respira musicalmente parlando? Intendiamo: locali, strutture, sale prove, spazi di aggregazione ecc..

Vittorio - La situazione generale non è delle migliori. Certo esistono più luoghi pro musica rispetto ad altre regioni d'Italia ma anche la Brianza non è esclusa dalle continue chiusure di live club, sala prove e simili.
Una delle cose che manca di più al di là delle strutture è una scena fatta di persone con idee o obiettivi comuni.
Personalmente credo che l'unica soluzione per far risorgere (o meglio ancora far nascere) scene musicali siano i centri d'aggregazione giovanile. Il problema fondamentale è che al momento è vero che ci sono tanti musicisti ma sembra che le idee generali siano confuse e non esistano strutture capaci di aiutare i vari musicisti a fare squadra.
Diffidare di gruppi facebook, piattaforme che promettono rivoluzioni virtuali e simili.
Per far ripartire le cose ci vuole confronto, farsi il culo e dedizione alla musica (sotto ogni suo aspetto).

Valerio - Come sopra.

Simone - Di sale prove in Brianza ce ne sono parecchie, però purtroppo i locali stanno chiudendo tutti a poco a poco. 

- Siete un meraviglioso esempio di co-working nel senso che voi, assieme ad amici e fans, avete prodotto e generato il vostro ultimo disco. È fantastico, è rock!

Raccontateci com'è nata l'idea, come si mossa e come è stata gestita...così rubacchiamo qualcosa anche noi per qualche progetto parallelo ;-)!

Vittorio - Immagino tu ti riferisca al crowdfunding con cui abbiamo realizzato "Nonostante Tutto". In breve abbiamo fatto una campagna su Music Raiser per finanziare le stampe fisiche del disco. L'album era pronto ma non sapevamo come affrontare le spese per le stampe fisiche dell'album. Il crowdfunding è stato una sorta di prevendita dell'album. Senza il supporto dei fans non sarebbe stato possibile pubblicare l'album in tempi utili quindi ringrazio ancora tutti quelli che hanno comprato a scatola chiusa "Nonostante Tutto" perchè, sopratutto vedendo il percorso sulla lunga distanza, hanno permesso non solo la pubblicazione del primo disco ma conseguentemente le 80 e più date dello scorso tour fino ad arrivare a questo nuovo Ep.
Quello del crowdfunding è un percorso che mi auguro (e credo) prenderà sempre più piede in futuro anche se ora non è visto benissimo da molti. L'importante è prefissarsi obiettivi realistici. 

Valerio - Alla fine delle registrazioni di “Nonostante Tutto” ci siamo ritrovati senza fondi per stampare i dischi e realizzare un videoclip per il singolo “Perditi” in tempi brevi. Così ci siamo iscritti a Musicraiser che è un sito online dove gli artisti ricevono donazioni da chiunque possa essere interessato al progetto in cambio di articoli messi in prevendita. Se il tetto (nel nostro caso erano 2000 €) viene raggiunto, la band riceve i fondi e realizza quanto promesso a chi ha sostenuto la campagna. Per maggiori info visitate il sito di Musicraiser. 

- In un mondo di locali dove girano solo tribute e cover band, come si fa a diventare come i Gecofish? Date un consiglio alle giovani band.

Vittorio - Io sono anticover da sempre. A chi inizia a far musica direi di fare roba propria e di avere sempre occhi e orecchie aperti. C'è sempre un motivo per cui una band suona più o meno bene o ha più o meno date. Studiare musica, provare il più possibile, fare ricerca sulla qualità della strumentazione, ANDARE AI CONCERTI DEGLI ALTRI, conoscere e parlare con chi ne sa anche solo una briciola più di voi. Son cose che alla fine fanno tutti sia alle prime armi che quelli con trent anni di carriera e che non si smette mai di fare se si vuole migliorarsi.
Comunque direi anche a tanti gruppi di inediti di smettere di lamentarsi del fatto che tanti locali preferiscano le coverband alla loro musica e piuttosto di chiedersi come mai non funzionino. La causa principale della situazione musicale in italia non sono le cover band ma quelle di inediti.

Valerio - Prima di tutto servono le canzoni. Una volta che hai la materia prima e nessuno che ti procuri le date; fai un bell’elenco di live club in tutta Italia con indirizzi mail e numeri di telefono. 

Investi su un ufficio stampa che all’uscita del disco ti faccia avere visibilità su riviste di settore, qualche intervista, recensioni, ecc.. 

Invii il materiale via mail con link per ascoltarti e vederti, i riscontri che ha ricevuto il disco, le date del tour confermate o già fatte, foto promo della band, biografia, contatti, scheda tecnica e tutto quello che può essere rilevante. Insomma devi venderti con professionalità senza inventare di essere chissà chi. Chiamare e parlare direttamente con le persone se non si riceve risposta. 

Una volta ottenuta la data devi spaccare (anche se il locale è vuoto) e lasciare una buona impressione di te. 

I fattori sono molteplici e magari se sei piaciuto musicalmente, umanamente, la serata è andata bene ecc.. le possibilità nell’essere richiamato aumentano e così via. 

Da cosa nasce cosa e un gradino alla volta ti ritrovi a girare per l’Italia con la tua band. Devi gestire anche la parte social. L’immagine conta tanto quanto il saper suonare bene. Belle foto, videoclip credibili, post che possano interessare chi li legge ecc.. Martellare per far vedere che sei attivo, che ci sei e hai intenzione di restare. 

Fino al 2013 non uscivamo dalla provincia di Como e chiudevamo l’anno con 10 date se andava bene e nessuno a sentirci. Oggi va molto meglio ma nonostante questo lavoro non siamo mica arrivati e ancora nessuno viene a sentirci (hahah) 

Simone - Dobbiamo cercare di boicottare le cover band, continuare a fare musica originale e suonare tanto tanto tanto live


- Come funziona la genesi di un vostro brano?

Vittorio - Dipende sempre da brano a brano. Mediamente fino ad oggi lavoriamo jammando sulle musiche, poi ci metto linee melodiche di voce, continuiamo a modificare e alla fine si va in studio. Poi tanto lavoro di preproduzione e ricerca del suono lo facciamo in studio con Davide Lasala e Andrea Fognini (produttore e fonico dell'Edac Studio).

Valerio - Si parte da un giro di chitarra, una frase ritmica, un momento d’ispirazione. Il primo che ha qualcosa da dire si espone e gli altri iniziano a costruirci qualcosa intorno. Ognuno ci mette del suo fino a che tutti non sono soddisfatti del risultato. Vittorio si occupa dei testi e fino ad oggi li ha sempre scritti lui. Poi lavoriamo in studio come già detto. 

Simone - Di solito si parte da qualche accordo, o un riff e poi creiamo insieme tutto ciò che ci sta intorno, alla fine Vittorio scrive il testo.


- Progetti per la primavera/estate dei Gecofish? Dove veniamo a vedervi e sentirvi live?

Vittorio - Suonare il più possibile... il live è la parte che preferisco della musica.

Le date confermate nei primi mesi di tour:
e chiaramente altre in arrivo..


- In questo preciso istante, quale pezzo dei Gecofish vorreste ascoltassimo?

Vittorio - “Motivi per uscire” perchè di ogni band mi piaccion sempre le cose più recenti.

Valerio - Te ne dico due: “Perditi” e “Grande”. 

Il primo è il brano per me più rappresentativo di questo progetto per adesso. Lo sento come se fosse racchiusa la nostra storia. La canzone è stata realizzata interamente da noi tre e nel testo mi ci ritrovo molto a differenza delle altre nell’album dove magari sono preso solo per alcuni spunti. “Grande” è tra le nuove ed è quella che testualmente mi piglia maggiormente. 

Simone - Al momento che non è ancora uscito alcun nuovo video dal nuovo EP direi “Non mi trovo”:


- I Gecofish fuori dai gecofish: raccontateci un lunedì normale.


Vittorio - Suono, scrivo, insegno musica. La sera vado al bar.
Valerio - Giardiniere al mattino, insegnante di musica al pomeriggio, mi addormento la sera e mi risveglio col sole.
Simone - A casa con la donna a guardare TV!! 



- Il vostro wasabidress.

Vittorio
  • You Know You're Right dei Nirvana (la canzone che mi ha fatto amare la musica)
  • Mondo delle uova (associazione culturale locale dove sono cresciuto)
  • Marahute (drink a base di Jack e Forza Blu) 
Valerio
  • Made in japan dei Deep Purple (prima volta che ho sentito musica rock)
  • Trilogia di Ritorno al Futuro
  • Pizza
Simone
  • Nofx: primo festival visto a 14 anni
  • Shining (film)
  • Led zeppelin IV (primo cd comprato)


CONTATTI

Gecofish SPOTIFY 

Un ringraziamento speciale a Vittorio, Valerio e Simone
Intervista esclusiva a cura di Roberto Panighi


Nessun commento:

Posta un commento