martedì 13 febbraio 2018

SPECIAL | Mike Reed si veste d'arancione

Un articolo sulla moda? 
Chi è sto Mike? 
Arancione..?

Qui presenti ad Amsterdam presso il Bimhuis al concerto jazz di Mike Reed che presenta l’album Flesh & BoneVi raccontiamo com'è andata questa incredibile serata.

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In semicerchio ci sono sei sedie e una batteria al centro. Si inizia!

Il sassofono alto di Greg Ward è accompagnato dal sottofondo di batteria di Reed e dal basso di Jason Roebke. Sembra che questo sax abbia iniziato a parlare chiaro e deciso. Nasce un dibattito vigoroso assieme agli altri strumenti finché una voce prende spazio. Tocca a Marvin Tate che, dal timbro vocale americano secco e deciso, si alza in piedi e recita un testo! Le poche note musicali accompagnano questo fiume agitato di parole.

Ora tutto è cambiato come nell’aprile del 2009 a Prevov in Repubblica Ceca. Il quartetto di Mike Reed, di cui due afro-americani, era in tournée in viaggio sul treno. Arrivati in una stazione si trovarono davanti alla manifestazione di skinhead. Impauriti vennero presi e nascosti dalla polizia. Trascorsero diverse ore. 

La performance vocale richiamava la tragicità di quel momento. Il brano finisce con la voce strozzata e sibilante di Tate. Quasi si immagina il treno che portava in salvo a Cracovia il quartetto con Reed. Il progetto dell’album è dichiaratamente connesso all’evento del 2009; elaborato e sviscerato è stato scritto sulle note di questo jazz. Il carattere sperimentale del concerto si muove su dinamiche dalle note scure e brillanti con il clarinetto basso di Jason Stein e il sassofono tenore di Tim Haldeman. I piatti e il rullante di Mike Reed sanno essere esplosivi e muscolosi ma anche morbidi per lasciare spazio agli assoli di tromba di Ben Lamar Gay

Seconda parte, scena nuova. Le dita decise della pianista Marta Warelis suonano un ritmo sincopato. Sono note sorde e corte grazie a un pezzo di stoffa sopra le corde del piano. Reed ha curato ogni particolare! La sperimentazione musicale è sempre più travolgente. Il basso e il piano suonano le stesse note su tonalità differenti. I due sax e la tromba si sfogano in uno stile di gioia convulsa. Il clarinetto il trombone di Joost Buis sono come due amici che si spalleggiano. 

Arriviamo al momento denominato «big and fine». Veniamo trasportati nei “bassi fondi” di Chicago dove gli strumenti sono in armonia dentro a una ritmica delicata ma incalzante. Piedi e mani si muovono su queste note, impossibile tenerli fermi.


Scritto da Lorenzo Guarascio 
direttamente da Amsterdam

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