giovedì 8 febbraio 2018

Maria Devigili | Intervista di Wasabi Dress

Cantautrice e chitarrista trentina.

Due dischi e un EP all' attivo. Nell'autunno 2017 il suo videoclip La Trasformazione partecipa ai 60th Grammy Awards.

Durante la sua intensa attività live ha collaborato e aperto i concerti di Tre Allegri Ragazzi Morti, Cristina Donà, Eugenio Finardi, Paola Turci, Cristiano Godano, Umberto MariaGiardini, OfeliaDorme, Claudio Lolli e molti altri.

Il 15 febbraio 2018 uscirà il suo terzo album, Tempus Fugit (Riff Records, Cardio Production) e nel mentre ha pensato fosse una buona idea farsi intervistare da noi.

Ecco a voi, Maria Devigli!

- Chi è musicalmente Maria?
Rock e classicismo ( è troppo corta?) Spero di no.

- Inquadrarti non è possibile, la tua voce a volte è Pj Harvey ma poi finisce con la lingua ad accarezzare i toni di Melissa Auf Der Maur senza la componente distorta. Come pensi di cavartela se qualcuno ti chiedesse "Ciao Maria, che genere fai?"
Me la cavo dicendo rock in genere.

- Ciao Maria, che genere fai?

Rock?

- Nei credits risulti autrice di testi e musiche. Che strumento usi mentre componi e, mentre lo fai, hai già in testa tutti quei suoni che arricchiscono gli arrangiamenti che si ascoltano sentendoti?
Il mio strumento è la chitarra elettrica. Ho composto quasi tutto quest'ultimo album con una telecaster e una danelectro. Ma alcuni pezzi sono nati da giri di basso (con la baritona). Gli arrangiamenti vengono dopo in genere ma ho le idee piuttosto chiare.

- Sei One Girl Band in studio? Suoni tutto tu?
Sì, tutto a eccezione delle batterie analogiche. Sono state suonate da Stefano Orzes. Ho usato batterie campionate in alcuni pezzi. Un basso è stato suonato da Luca Matteucci, l'ingegnere del suono. E in 4 pezzi c'è l'intervento con chitarre, synth, basso etc. di Giuvazza (chitarrista di Finardi, Bianco, Levante). Giuvazza ha fatto la produzione artistica di Inconsapevoli, Memorandum, Superstiti, Frequenze Armoniche

- Chi ti accompagna sul palco? Hai una sorta di band oppure suoni con diverse persone a seconda del caso?
Sono partita 9 anni fa suonando in solo, con l'acustica (suonavo molto anche in strada). Poi ho avuto formazioni diverse ma sempre acustiche, di solito con un contrabbassista. Gli ultimi 6 anni ho avuto un duo stabile, chitarra elettrica- batteria ( appunto, con Stefano Orzes). Il prossimo tour tornerò a girare in solo con un live set elettrico-elettronico.

- Veniamo al tuo nuovo disco, Tempus Fugit, tua terza fatica in studio. Letteralmente vuol dire "il tempo fugge": cosa significa per te?
"Tempus Fugit" rappresenta per me il momento della verità nel vero senso del termine; quindi la morte. Brutto da dire però è così.
Cosa porta via questo tempo che fugge? Porta via la vita, porta via la possibilità di vivere, porta via la possibilità di illuminazione. Per renderla più semplice per me è il tempo che porta via tempo, ecco.

- La title Track, Tempus Fugit appunto, ha, nel testo, questa frase: "sempre il tempo fuggirà se lo si rincorrerà", interpretata tipo cantilena cupa. Raccontacela, perchè a noi ha colpito molto il ritmo serrato di questa particolare frase rispetto all'aria più leggera e onirica del resto della canzone.
Questa canzone è lo specchio di due mie personalità opposte: una leggera e scanzonata (il riff di chitarra) e una pesante e oscura (la voce, il testo). In tutto l'album leggerezza e pesantezza coabitano.
"Sempre il tempo fuggirà se lo si rincorrerà" racchiude per me il senso di Tempus Fugit. Ho sempre notato che quando ho fretta di fare qualcosa o voglio correre perché temo di arrivare tardi, arrivo effettivamente tardi. Il tempo è come l'ombra, lo puoi toccare solo stando fermo e cioè vivendo il qui e ora. Il tempo é il presente (lo dico anche in un altro pezzo dell'album). Per quanto riguarda il mood musicale di questa parte volevo dare l'idea di una sorta di mantra medievale che con un incedere inesorabile spezza la spensieratezza e la compostezza della melodia. All'inizio ho pensato di usare quella parte come coda del pezzo ma ho deciso poi di lasciarlo nel mezzo per dargli più importanza.

- Il disco precedente, La Trasformazione, poteva collocarsi nell'idea del concept Album, considerando che i pezzi ruotavano attraversati da questo concetto. Questo nuovo disco ha la stessa logica oppure è frutto più che altro di ispirazione da cogliere prima che il Tempo, a cui ti rifai, condizioni la purezza dell'istante creativo?
Entrambi i dischi sono concept album. Ma concept album a posteriori nel senso che una volta finiti mi sono accorta del legame tra le canzoni. Forse in quest'ultimo me ne sono resa conto prima e per questo l'ultimo pezzo composto e' stato Il Presente. Ma qualcosa che viene da sé. Le canzoni che compongo in un certo periodo ruotano tutte intorno a un concetto.

- Cosa fa Maria in un giovedì di ordinaria normalità?
Perché, oggi è giovedì? Sul serio credevo fosse mercoledì. Un giovedì ordinario di MD. In attesa di una nuova lavatrice e del proprietario di casa che mi deve montare una lampada. Poi quando tutti si defilano provare il live set per il nuovo tour.
Se intendi cosa faccio un giorno normale è "booking ( ricercare concerti) promo, prove, cucinare.

Esce un disco si va in tour: quali le prossime date in programma?
Le prime date del tour saranno: 
11/2, Teatro delle Garberie, Pergine (TN)
16/2, Turba, Lugano
17/2, Cicco Simonetta, Milano
18/2, Birrovia, Cuneo
24/2, Binario, Treviso

- Descriviti in una parola.
Essere.

- Per concludere il tuo personale wasabidress... 


Tre cose "oggettivamente meritevoli" che potrebbero descrivere al meglio il tuo "abito culturale" (brani, dischi, film, opere d'arte, libri, ricette, luoghi)

- Dersu Uzala, Kurosawa (film)
- Fenomenologia dello Spirito, Hegel (libro)
- Spaghetti aglio olio peperoncino (ricetta)


Che dirle se non grazie!?

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DISCOGRAFIA:
2011, La Semplicita' (ep) Gulliver Production
2012, Motori e Introspezioni, autoprodotto
2015, La Trasformazione, Riff Records
2018, Tempus Fugit, Riff Records/Cardio Production






Intervista a cura di Roberto Panighi 
con la collaborazione di Federica Marta Puglisi
Un ringraziamento speciale a Maria

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